Leggendo i dati pubblicati dall’ Istat per il primo trimestre 2019, emerge una prosecuzione della flessione dell’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate a fini abitativi o per investimento (-0,5% rispetto al trimestre precedente, quest’ultimo già in ambito negativo).

All’interno di questi dati è interessante distinguere il mercato dell’esistente, che prosegue ed anzi accentua la sua curva negativa (-1,3% e -0,7% nel trimestre precedente), da quello del nuovo,  dove i prezzi su base tendenziale sono aumentati dell’1,7% (cresciuti rispetto al +0,6% del 4° trimestre 2018).

Questi dati mettono in luce un distacco marcato tra le due tipologie di immobili, le quali, oggi più che in passato, hanno caratteristiche qualitative decisamente distanti. Diversamente dal passato (anni ’80 e ’90), dove le case nuove ed esistenti erano sostanzialmente paragonabili in termini prestazionali; le case attuali, spinte dall’evoluzione normativa in ambito energetico, hanno cambiato decisamente passo, migliorando drasticamente il confort abitativo. Basti pensare all’evoluzione portata dal riscaldamento a pavimento rispetto a quello a tradizionale a radiatori o al corposo isolamento termico delle case in classe A. Al contrario, nel mercato dell’usato, la trattativa è fortemente condizionata proprio dalle inefficienze del bene, il quale, deve spesso essere oggetto di ristrutturazioni, anche profonde, per avvicinarlo alle mutate esigenze contemporanee.

Marco Firmo  – Studio Associato Firmo